Lo stretching è spesso sottovalutato, trattato come un’aggiunta opzionale all’allenamento o, peggio, come una perdita di tempo. Eppure, dedicare qualche minuto al giorno allo stretching può fare una grande differenza, non solo per migliorare la flessibilità, ma anche per proteggere i muscoli, migliorare la postura e favorire il benessere generale. Molti iniziano e finiscono un allenamento senza allungare adeguatamente i muscoli, ignorando i benefici che questo semplice gesto può offrire. E non serve essere sportivi professionisti: anche chi conduce una vita sedentaria può trarre enormi vantaggi da pochi esercizi di stretching quotidiani. La chiave è sapere quando farlo, come farlo correttamente e quanto tempo dedicarvi. In questo articolo vedremo perché lo stretching non andrebbe mai saltato e come inserirlo nella routine in modo semplice ed efficace.
Quando fare stretching: prima, dopo o entrambi?
Uno dei dubbi più comuni è il momento migliore per fare stretching: prima dell’allenamento, dopo, o magari in un momento separato della giornata? La risposta dipende dal tipo di stretching che si intende fare. Prima dell’attività fisica è consigliato lo stretching dinamico, ovvero esercizi di mobilità che preparano i muscoli al movimento, migliorano la circolazione e aumentano la temperatura corporea. Questi movimenti devono essere controllati, fluidi e mai forzati: l’obiettivo non è “tirare”, ma attivare. Dopo l’allenamento, invece, è il momento ideale per lo stretching statico, che consiste nel mantenere ogni posizione di allungamento per almeno 20-30 secondi. In questa fase i muscoli sono già caldi e più reattivi, il che rende l’allungamento più efficace e meno rischioso. Inoltre, lo stretching post-allenamento aiuta a ridurre la rigidità muscolare, previene gli indolenzimenti del giorno dopo e favorisce un recupero più rapido.
Quanto stretching serve davvero per fare la differenza
Molti pensano che servano lunghe sessioni di stretching per ottenere dei benefici. In realtà, anche solo 10-15 minuti possono bastare, purché fatti con costanza e attenzione. Per chi si allena regolarmente, integrare lo stretching alla fine di ogni sessione è già un ottimo inizio. Per chi invece passa molte ore seduto, è utile fare brevi pause ogni due o tre ore per allungare schiena, collo, polsi e gambe. L’ideale sarebbe ritagliare ogni giorno un piccolo spazio, anche solo al risveglio o prima di dormire, per un circuito semplice di allungamenti. La regolarità conta più della durata: cinque minuti ogni giorno valgono più di mezz’ora una volta alla settimana. Come ogni abitudine, anche lo stretching diventa naturale se inserito in una routine stabile, come lavarsi i denti o preparare il caffè la mattina.
Perché non dovresti mai saltare lo stretching
Saltare lo stretching può sembrare innocuo, ma alla lunga porta a una serie di conseguenze che possono compromettere sia le performance che il benessere quotidiano. Il primo effetto negativo è la perdita di mobilità: i muscoli e le articolazioni diventano meno elastici, e questo aumenta il rischio di infortuni, specialmente durante movimenti improvvisi o sforzi intensi. Inoltre, senza stretching, i muscoli tendono ad accorciarsi e irrigidirsi, influenzando negativamente la postura e causando dolori cervicali, lombari o articolari. Anche dal punto di vista mentale, lo stretching aiuta a rilassarsi e a ridurre lo stress. Mentre ci si allunga, si respira più profondamente, si prende consapevolezza del corpo e si rallenta il ritmo, il che favorisce un benessere complessivo spesso trascurato. In questo senso, lo stretching può essere paragonato a una forma di “meditazione attiva”: un modo semplice ma efficace per rimettersi in contatto con se stessi.
Come iniziare una routine di stretching sostenibile
Chi non ha mai praticato stretching o lo ha sempre fatto in modo saltuario può iniziare con esercizi base, da eseguire lentamente e senza forzature. È importante ascoltare il corpo, rispettare i propri limiti e non cercare subito la massima estensione. Un buon punto di partenza è lavorare sui gruppi muscolari principali: schiena, gambe, spalle e collo. Su YouTube o app gratuite si trovano molti video guidati con sequenze semplici adatte anche ai principianti. Un altro consiglio utile è associare lo stretching ad attività quotidiane già consolidate. Ad esempio, allungarsi dopo aver spento il computer o mentre si guarda la televisione può trasformare un gesto sporadico in una vera abitudine. Non serve perfezione, ma costanza. Anche pochi esercizi, se fatti con regolarità, possono migliorare la qualità del movimento, prevenire fastidi e rendere il corpo più agile e pronto in ogni occasione.